La Pisside di Megli

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  • Avorio

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  • Secondo la tradizione della parrocchia di Megli l'Ammiraglio Giulio Ageno, parrocchiano devoto e ardente crociato, verso fra la fine del XIII e il principio del XIV secolo, portò dalla Terrasanta una reliquia della Santa Spina, donandola alla chiesa, come già suo zio Fabiano Ageno aveva fatto con l'immagine della Madonna delle Grazie, venerata nella stessa chiesa.
    La preziosa reliquia è ancora oggi conservata nella sagrestia della parrocchia, custodita in una teca settecentesca creata appositamente. Prima di questa però il reliquario della Sacra Spina era costituito una pisside in avorio e argento. Conservata anch'essa nella parrocchia di Megli, questa pisside ha qualche interessante punto di contatto con i cofanetti arabo-siculi.

    Pissidi di tale tipo non dovevano essere infrequenti in area genovese nel Medioevo, come testimoniano alcuni storici dell'Ottocento: dall'opera Della vita privata dei Genovesi (1875) di Luigi Tomaso Belgrano, ad esempio, abbiamo traccia dell'esistenza di una “bussola d'elefante munita d'argento” che nel 1257 era posseduta dal notaio Jacopo di Piazzalunga, così come ci è rimasto solo la testimonianza scritta di un manufatto simile ma forse ancora più pregiato, contenente il latte della Vergine, che ancora nel 1442 si conservava in Santa Maria di Castello. [1]

    La pisside di Megli potrebbe quindi essere una rara testimonianza di una tipologia d'oggetti ormai quasi scomparsa.

    La pisside, alta circa 30 cm, è sorretta da un ampio piede circolare conico da cui parte un fusto argenteo, interrotto a circa due terzi dell'altezza da un grosso nodo a cipolla, verso la sommità si espande in un elemento tronco-conico, il quale sostiene una scatoletta d'avorio di forma cilindrica di 7,5 cm di diametro e 7 cm d'altezza con coperchio piano, chiusa da una cerniera metallica. Sul coperchio un altro elemento conico sostiene una piccola sfera dalla quale s'innalza una croce, disposta parallelamente rispetto alla cerniera, recante il Crocefisso su entrambi i lati.

    1. L. T. Belgrano, Della vita privata dei Genovesi, Genova 1875, p. 91. Torna su

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